È ormai certo che investire nel trasporto pubblico è fondamentale per l’economia di ogni paese, perché ne aumenta il PIL
Lo studio “The mobility opportunity: improving urban transport to drive economic growt”, commissionato da Siemens, ha preso in esame il trasporto pubblico di 35 città in tutto il mondo, prendendo in considerazione alcuni fattori riguardanti la vita comune di ogni pendolare (la durata del viaggio, il valore del tempo, il costo del biglietto, il livello di affollamento, la facilità di utilizzo dei mezzi e l’affidabilità del servizio): in sintesi, tutto ciò che riguarda l’efficienza e la velocità di uno spostamento tipo in una città.
Si è visto che investire nei trasporti pubblici si traduce in benefici collettivi, perché la loro efficienza attira nuove attività economiche, aumenta la produttività, ma soprattutto migliora la qualità della vita.
A questo punto diventa interessante vedere la spesa che alcuni comuni italiani dedicano al trasporto pubblico per giudicare la perfomance dei nostri sindaci.
Tramite Openbilanci.it abbiamo analizzato i loro bilanci consuntivi riferiti al 2014 (ultimo anno disponibile).
Il Comune di Catania si pone al 6° posto tra le città italiane per investimento nel trasporto pubblico con 263,92 euro pro-capite (spese per il trasporto pubblico locale, se non gestito da società esterne, speciali o partecipate, incluso personale e acquisto di mezzi). Il sesto posto di Catania, però, non ci tranquillizza: è, anzi, la dimostrazione che qualcosa non funziona nella gestione dell’Azienda Metropolitana Trasporti a cui si deve la maggior parte del trasporto pubblico locale.
Dall’analisi dei dati si denota comunque che pochissime risorse sono destinate al trasporto pubblico e per la maggior parte sono mal gestite, soprattutto al sud.
Secondo i dati sulla mobilità urbana, nei comuni italiani capoluogo di provincia aumentano gli autobus del Trasporto pubblico locale (Tpl), 79 ogni 100.000 abitanti, ma diminuisce l’offerta di Tpl in maniera disomogenea sul territorio italiano. Nelle città settentrionali vediamo una disponibilità di 5.722 mezzi; in quelle del centro 4.931 mezzi; nelle città del Mezzogiorno 2.163.
Ritornando su Catania, abbiamo analizzato gli anni che vanno dal 2005 al 2014 per verificare gli investimenti pro-capite effettuati per il trasporto pubblico:
Gli anni che vanno dal 2005 al 2007 avevamo come sindaco Umberto Scapagnini. L’investimento pro-capite era uguale a 0 ma probabilmente ciò è dovuto alla mancanza di dati.
Gli anni che vanno da 2008 al 2012 hanno visto Raffaele Stancanelli come primo cittadino. Qui si nota una leggera crescita negli investimenti, soprattutto nell’ultimo anno:
- 2008 → 90,66 €
- 2009 → 68,46 €
- 2010 → 78,42 €
- 2011 → 71,27 €
- 2012 → 103, 01 €
Gli anni che vanno dal 2013 al 2014 vedono sindaco Enzo Bianco. Anche stavolta si nota una crescita degli investimenti nei trasporti pubblici pro-capite:
- 2013 → 155,01 €
- 2014 → 263,92 €
Ad un aumento delle risorse pro-capite corrisponde, però, un peggioramento del servizio di trasporto pubblico.
Gli anni 2015 e 2016, di cui non possediamo ancora i dati, sono invece caratterizzati da un forte declino del trasporto pubblico catanese. Ormai da diversi mesi l’Azienda Metropolitana Trasporti di Catania (AMT Spa) ha fortemente diminuito il numero di vetture in servizio (dopo un iniziale aumento nella prima fase della sindacatura). Nessuna linea garantisce l’osservanza di tutte le corse mentre il 70% degli autobus in circolazione andrebbe sostituito, perché inferiore allo standard richiesto dalle norme europee.
Una rete di trasporto pubblico inefficiente rappresenta un costo per gli abitanti in termini sia economici sia sociali, come dimostrano sia il tempo produttivo perso per viaggiare, sia la scarsa qualità dei servizi.
Occorrono quindi maggiori risorse e ognuno deve fare la propria parte. Da un lato i cittadini che devono adottare la cultura della “buona mobilità”, tendendo a ridimensionare l’uso del mezzo privato negli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola, e puntando su ogni altra forma di mobilità sostenibile, dall’altro l’amministrazione che deve puntare ad offrire un servizio di trasporto pubblico capace ed efficiente portando a destinazione le persone in modo veloce, facile e confortevole.
Il 20 giugno 2016 è stato approvato dal Governo un decreto legge contenente misure urgenti per gli enti territoriali, che prevede il recupero di circa 74,5 milioni di euro da destinare al Trasporto pubblico locale. L’auspicio è che Catania sappia cogliere questa occasione per rilanciare il Tpl.